mercoledì 6 giugno 2018

IL DIRITTO DI CONTARE




Il diritto di contare è un film di Theodore Melfi del 2016, basato sul libro Hidden Figures.
Il film racconta la storia vera della matematica, scienziata e fisica afroamericana Katherine Johnson e le sue colleghe Dorothy Vaughan e Mary Jackson anche loro afroamericane.
Il film è ambientato in America nel 1961 tutte e tre hanno dato un contributo per lo sviluppo della NASA sfidando razzismo e sessismo.
Dopo il lancio dei satelliti russi e del primo uomo nello spazio, Jurij Gagarin, il programma spaziale americano accelera la corsa nello spazio.
Senza Katherine Johnson, John Glenn non sarebbe stato il primo americano nello Spazio (Mercury-atlas 6), o forse sarebbe morto in missione; senza di lei, gli Stati Uniti non avrebbero messo piede hsulla luna.
Katherine lavora in un edificio con solo uomini bianchi in cui non ci sono bagni per neri e ogni volta che ne ha bisogno deve cambiare edificio, anche il caffè lo deve preparare da sola.
Lei si impegna molto nel suo lavoro ma è ostacolata dalla mancanza di comunicazione con i nuovi colleghi che la trattano con poco rispetto.
Mary riesce a ricevere da un giudice il permesso di assistere alle lezioni serali di una scuola per bianchi ottenendo un diploma per diventare ingegnere e ricevere una promozione, riuscendo anche a contribuire alla creazione della capsula per il volo di John Glenn.
Dorothy viene a sapere della futura installazione del computer calcolatore, che porterà alla disoccupazione delle donne di colore che si occupano dei calcoli che sono sotto la sua supervisione. Dorothy entra nella sala computer senza permesso e riesce con successo ad attivare la macchina. Riuscendo poi ad ottenere insieme alle sue colleghe l'incarico di sorvegliare i computer.
Col tempo Katherine riesce a guadagnare il rispetto dei colleghi risolvendo equazioni matematiche molto difficili, essendo di grande aiuto durante il volo di John Glenn in cui c’è stato un imprevisto…
Il film mi è piaciuto molto, la storia è raccontata in modo emozionante e invita lo spettatore a riflettere.
Katherine, Mary e Dorothy riescono nel corso del film a dimostrare di essere all’altezza degli incarichi assegnati e di non essere inferiori a nessuno, ottenendo sempre più diritti, perché grazie a loro la NASA è diventata molto famosa per i suoi successi spaziali.
Questo film lo consiglio a tutti perché è una storia realmente accaduta, molto interessante capace di emozionare chiunque.

mercoledì 9 maggio 2018

                       
                      Le valigie di Aushwitz


Risultati immagini per le valigie di auschwitz
Il libro che ho letto si intitola “Le valigie di Aushwitz” della scrittrice Daniela Palumbo. Questo libro si svolge durante la seconda guerra mondiale; racconta di quattro famiglie che vivono in diverse parti di Europa e sono tutte di origini ebree.
Il primo racconto narra la storia di Carl, che vive in Italia e viene cacciato dalla scuola perchè le leggi dell'epoca prevedevano che gli Ebrei non frequentassero la scuola come tutti gli altri ragazzi italiani. Anche il padre di Carlo viene cacciato dal lavoro e non può più controllare i biglietti alla stazione; siccome Carlo spesso aiutava il padre al lavoro è molto affezionato ai treni decide di andare a vivere alla stazione.
Il secondo si svolge in Germania e racconta la storia di Hannah, Jacob e la sua famiglia la quale è costretta a vivere nel ghetto. Jacob ha la sindrome di down perciò viene portato in una clinica in cui perderá la vita. Hannah è molto amareggiata quindi passa le notti a contare le stelle e ad annotare i numeri su un quaderno, come faceva il fratello.
Il terzo racconto è quello che mi è piaciuto di più; racconta la storia di Brigitte, Pierre ed Èmelie che vivono in una casa molto stravagante a Parigi. Essendo di origini ebree non possono fare tutto quello che vogliono e sono costretti ad indossare la stella a sei punte per essere riconoscibili. Una sera Èmeline scappa e va nel parco con un suo amico barbone, restando nel parco eviterà di essere catturata dai tedeschi e di essere portata nei campi. Con l’aiuto di un amico di famiglia raggiungerà la nonna in Bretagna e lì sarà salva.
L’ultimo racconto è ambientato a Varsavia, in Polonia. Racconta di due ragazzi che sono gli ultimi sopravvissuti del loro condominio e racimolano soldi suonando per strada, in seguito un’amica li riconoscerà e deciderà di aiutarli a suo rischio e pericolo. Questo libro mi è piaciuto anche se, come tutti i libri di guerra, mi procura un po' di angoscia; per fortuna però non era troppo esplicito non mi è dispiaciuto. Lo consiglio a tutti gli appassionati di storia ma anche ai miei coetanei perchè è giusto che sappiano cos’è successo.

Alice Sighinolfi 3C

martedì 8 maggio 2018


IL VIOLINO DI AUSCHWITZ



In questo romanzo Anna Lavatelli ci racconta l’Olocausto tramite il violino Collin-Mézin, voce narrante di una storia realmente accaduta.
Collin-Mézin viene regalato ad Eva Maria dal padre della bambina e da quel giorno incomincia la loro "amicizia".
Eva Maria, soprannominata in famiglia Cicci, ha una grande passione per la musica ed un grande talento come violinista.
Iniziarono le prime restrizioni per gli ebrei che non possono più andare al cinema, a teatro, al ristorante o frequentare club sportivi. non possono più svolgere lavori come il musicista, il medico, l’insegnante.
un giorno sentono alla radio la notizia che l’Italia ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower.
Sembra tutto finito, ma il paese è in caos.
si trasferirono a Tradate luogo in cui la famiglia sembra aver ritrovato un minimo di normalità finché un giorno arrivarono i soldati tedeschi.
Eva Maria è in casa solo con il fratello e la madre, il padre era uscito da solo. I nazisti gli danno solo il tempo di mettere in valigia poche cose ed Eva Maria porta con sé il proprio violino, lo mette in valigia, ci mette pochissimi vestiti ma non può fare a meno di portare con sé il proprio strumento.
vengono deportati ad Auschwitz. Un giorno il violino viene scoperto e viene portato via.
Ben presto Eva Maria viene spostata dalla baracca comune per andare a vivere con altre musiciste come lei e per fare parte del gruppo di donne che suonava per i nazisti.
La vita di Eva Maria continuò insieme alle altre musiciste fino al giorno in cui il suo violino si ruppe, senza violino la ragazza non serviva più e fu riportata nella baracca comune.
Eva Maria fu trovata morta il 6 giugno del 1944 e il suo corpo bruciato nei forni crematori.
Mi è piaciuto molto questo romanzo ed è stato molto veloce da leggere. Mi è servito molto anche per l’esame.
Lo consiglio soprattutto alle persone che non amano leggere, perchè è corto e scritto molto bene.



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