martedì 8 maggio 2018


IL VIOLINO DI AUSCHWITZ



In questo romanzo Anna Lavatelli ci racconta l’Olocausto tramite il violino Collin-Mézin, voce narrante di una storia realmente accaduta.
Collin-Mézin viene regalato ad Eva Maria dal padre della bambina e da quel giorno incomincia la loro "amicizia".
Eva Maria, soprannominata in famiglia Cicci, ha una grande passione per la musica ed un grande talento come violinista.
Iniziarono le prime restrizioni per gli ebrei che non possono più andare al cinema, a teatro, al ristorante o frequentare club sportivi. non possono più svolgere lavori come il musicista, il medico, l’insegnante.
un giorno sentono alla radio la notizia che l’Italia ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower.
Sembra tutto finito, ma il paese è in caos.
si trasferirono a Tradate luogo in cui la famiglia sembra aver ritrovato un minimo di normalità finché un giorno arrivarono i soldati tedeschi.
Eva Maria è in casa solo con il fratello e la madre, il padre era uscito da solo. I nazisti gli danno solo il tempo di mettere in valigia poche cose ed Eva Maria porta con sé il proprio violino, lo mette in valigia, ci mette pochissimi vestiti ma non può fare a meno di portare con sé il proprio strumento.
vengono deportati ad Auschwitz. Un giorno il violino viene scoperto e viene portato via.
Ben presto Eva Maria viene spostata dalla baracca comune per andare a vivere con altre musiciste come lei e per fare parte del gruppo di donne che suonava per i nazisti.
La vita di Eva Maria continuò insieme alle altre musiciste fino al giorno in cui il suo violino si ruppe, senza violino la ragazza non serviva più e fu riportata nella baracca comune.
Eva Maria fu trovata morta il 6 giugno del 1944 e il suo corpo bruciato nei forni crematori.
Mi è piaciuto molto questo romanzo ed è stato molto veloce da leggere. Mi è servito molto anche per l’esame.
Lo consiglio soprattutto alle persone che non amano leggere, perchè è corto e scritto molto bene.



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