mercoledì 9 maggio 2018

                       
                      Le valigie di Aushwitz


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Il libro che ho letto si intitola “Le valigie di Aushwitz” della scrittrice Daniela Palumbo. Questo libro si svolge durante la seconda guerra mondiale; racconta di quattro famiglie che vivono in diverse parti di Europa e sono tutte di origini ebree.
Il primo racconto narra la storia di Carl, che vive in Italia e viene cacciato dalla scuola perchè le leggi dell'epoca prevedevano che gli Ebrei non frequentassero la scuola come tutti gli altri ragazzi italiani. Anche il padre di Carlo viene cacciato dal lavoro e non può più controllare i biglietti alla stazione; siccome Carlo spesso aiutava il padre al lavoro è molto affezionato ai treni decide di andare a vivere alla stazione.
Il secondo si svolge in Germania e racconta la storia di Hannah, Jacob e la sua famiglia la quale è costretta a vivere nel ghetto. Jacob ha la sindrome di down perciò viene portato in una clinica in cui perderá la vita. Hannah è molto amareggiata quindi passa le notti a contare le stelle e ad annotare i numeri su un quaderno, come faceva il fratello.
Il terzo racconto è quello che mi è piaciuto di più; racconta la storia di Brigitte, Pierre ed Èmelie che vivono in una casa molto stravagante a Parigi. Essendo di origini ebree non possono fare tutto quello che vogliono e sono costretti ad indossare la stella a sei punte per essere riconoscibili. Una sera Èmeline scappa e va nel parco con un suo amico barbone, restando nel parco eviterà di essere catturata dai tedeschi e di essere portata nei campi. Con l’aiuto di un amico di famiglia raggiungerà la nonna in Bretagna e lì sarà salva.
L’ultimo racconto è ambientato a Varsavia, in Polonia. Racconta di due ragazzi che sono gli ultimi sopravvissuti del loro condominio e racimolano soldi suonando per strada, in seguito un’amica li riconoscerà e deciderà di aiutarli a suo rischio e pericolo. Questo libro mi è piaciuto anche se, come tutti i libri di guerra, mi procura un po' di angoscia; per fortuna però non era troppo esplicito non mi è dispiaciuto. Lo consiglio a tutti gli appassionati di storia ma anche ai miei coetanei perchè è giusto che sappiano cos’è successo.

Alice Sighinolfi 3C

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